Quanto dura un affido?

di Marco Giordano

Da quando nel 2001 è stata varata la riforma della legge sull’adozione e l’affidamento (legge149/01, modificativa della legge 184/83), tra gli slogan che più comunemente vengono proclamati, anche tra gli addetti ai lavori, v’è quello secondo il quale l’affido familiare dura al massimo due anni”.

L’affermazione prende spunto dall’art. 4, comma 4 della suddetta riforma, secondo il quale il periodo dell’affidamento “non può superare la durata di ventiquattro mesi”. Si tratta tuttavia di una indicazione valida solo parzialmente, poiché il medesimo comma, precisa che tale periodo è “prorogabile, dal tribunale per i minorenni, qualora la sospensione dell’affidamento rechi pregiudizio al minore”.

Questo fa si che, ove la situazione sia tale da richiedere più di una proroga, un affidamento potrebbe giungere a durare anche fino ad 8, 10 o più anni. Si tratta ovviamente di situazioni particolari, poiché laddove i problemi della famiglia naturale fossero gravi e chiaramente irrisolvibili fin dall’inizio il Tribunale per i Minorenni dovrà procedere con il disporre l’adozione del minore in una nuova famiglia. Purtroppo spesso accade che le difficoltà della famiglia d’origine sembrino inizialmente orientate ad una soluzione che però, col del passare del tempo, tarda a realizzarsi. Altre volte, invece ci si trova di fronte a genitori in difficoltà permanenti ma non talmente gravi da giustificare la rescissione definitiva del rapporto con i figli. In questi casi ci si trova in una sorta di “zona grigia” in cui la scelta del tribunale è assai complessa, e generalmente, tende a “tenere” il minore in affido (ad una famiglia o ad una comunità) per un periodo lungo.

Quanto dura, dunque un affido? Beh, a volte, anche fin tanto che il ragazzo non raggiunge la maggiore età!




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