In viaggio con Francesco

di Luca Memoli

In Italia esiste un Centro Missionario che forma i laici e in modo particolare le famiglie alla missione ad gentes. Abbiamo parlato di questa straordinaria attività con Vincenzo Picciano, delegato del Consiglio Nazionale OFS per il Centro Missionario

Dal 1998 il Ce.Mi.OFS è il servizio dell’OFS Nazionale per l’animazione missionaria. Com’è iniziata quest’avventura e come si è sviluppata in questi 10 anni?

Il Centro Missionario dell’Ordine Francescano Secolare d’Italia è nato da una grande intuizione di due giovani francescani secolari: Salvatrice e Umberto Virgadaula che hanno lasciato il loro paese d’origine in Sicilia e sono andati in giro per l’Italia chiedendo un luogo e dei fratelli disposti a scendere in campo per dar vita ad un centro di formazione per missionari laici. Il centro è stato istituito a Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, con l’aiuto della locale fraternità OFS ed il sostegno del Consiglio nazionale. I coniugi Virgadaula vennero affiancati da altri francescani di diverse parti d’Italia per formare una équipe con compiti operativi finalizzati alla formazione dei missionari. Frutto di questo lavoro di formazione sono state diverse coppie e numerosi volontari che hanno vissuto esperienze missionarie dirette in Albania, in Camerun, in Venezuela ed in Romania.

Quali sono gli ambiti di intervento del Centro?

Ricordiamo che i francescani secolari, resi per il battesimo e la professione “testimoni e strumenti” (Costituzioni Generali OFS 17) della missione della Chiesa, hanno l’obbligo e il diritto di impegnarsi “perché l’annuncio della salvezza venga conosciuto e accolto da ogni uomo e in ogni luogo” nonché di annunciare Cristo “con la vita e la parola”, “promuovendo iniziative … per collaborare a diffondere il Vangelo, rimuovere le cause dell’emarginazione e servire la causa della pace” (Costituzioni Generali OFS 98). Nel rispetto della nostra Regola e delle Costituzioni, il Centro Missionario ha operato principalmente nel campo della formazione orientata in tre direzioni: il settore laicato missionario per la formazione di chi si sente chiamato ad una vocazione alla missio ad gentes,  il settore volontariato indirizzato a organizzare esperienze brevi di impegno in terra di missione aiutando i missionari laici o religiosi, ed il settore Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creatoper una sensibilizzazione personale e comunitaria per la difesa dell’uomo e del creato.

Quali sono le differenze e i punti di incontro fra un laico e un religioso che scelgono la missione ad gentes?

La chiamata missionaria, che si “stende a tutti”,  coinvolge i francescani secolari che ricevono dal Signore il comando “Andate anche voi nella mia vigna..”(Mt 20,3-4) e l’impegno di rendere presente il carisma del Serafico Padre San Francesco “nella vita e nella missione della Chiesa” (Regola OFS, 1). La nostra è dunque una testimonianza del Cristo risorto, una evangelizzazione che si attua con le opere più che con le parole. I nostri missionari laici non si sostituiscono ai religiosi ma li affiancano e li integrano nelle opere di servizio e di carità.

L’OFS incoraggia anche le famiglie a vivere un’esperienza missionaria. In questi anni sono molte le famiglie che hanno risposto a questo invito?

Attualmente abbiamo i coniugi Elisabetta ed Eugenio, con due figlie, in Venezuela mentre una missionaria laica, vedova, svolge la sua attività triennale ad Onesti in Romania. Prima di loro abbiamo avuto Ilaria e Marco in Venezuela e Salvatrice ed Umberto in Romania. Ora queste coppie rientrate in Italia svolgono attività di formazione. Altre coppie hanno intrapreso un cammino di discernimento per un impegno ad gentes. Periodicamente si ritrovano insieme, in intimità con Dio e con i fratelli chiamati alla stessa vocazione, per maturare la propria scelta vocazionale.

Cosa può offrire una famiglia in terra di missione? Possiamo definirla un “valore aggiunto” per il grande mosaico di carismi presenti in terra di missione?

Una famiglia intera che sceglie di vivere per tre anni in terra di missione è qualcosa di straordinario. Costituisce una vera testimonianza di fratellanza universale perché va oltre la scelta del singolo. Trovare una persona che lascia il suo paese, il suo lavoro, le sue comodità è un evento abbastanza raro, ma trovare una famiglia intera che fa altrettanto è davvero miracoloso! Sicuramente è un valore aggiunto di grande rilevanza e costituisce un valido esempio e strumento per favorire ulteriori vocazioni.

In cosa consiste la formazione della famiglia missionaria? Quanto può durare un’esperienza missionaria e come si concilia con i tempi e le esigenze di una famiglia?

Siamo convinti che il mondo ci chiama a rispondere nei riguardi delle emergenze, dei bisogni, contro la povertà, contro le ingiustizie e le persecuzioni, in favore della pace e la concordia fra gli uomini. Sono temi sempre attuali ma, in genere, considerati troppo grandi rispetto alle nostre forze. Il Signore ci chiama a “fare la nostra parte” come ci ricorda il Serafico Padre San Francesco, coscienti dei nostri limiti ma forti della pienezza dello Spirito Santo.  Pertanto il cammino formativo si attua attraverso la partecipazione a corsi con relatori esperti, incontri con missionari, dibattiti, visione di filmati ed immagini dei nostri campi e tanti momenti di preghiera. Tutti i nostri missionari, prima della partenza, hanno partecipato ad una serie, obbligatoria, di incontri formativi.  Molti si rivolgono a noi e ci chiedono di poter partire per le nostre missioni, ma dopo aver appreso della necessità, inderogabile, di partecipare agli incontri formativi non si fanno più vivi. I nostri volontari  partecipano a campi missionari, in genere nei mesi estivi, per brevi periodi: da una settimana fino ad un mese. Per i laici missionari vengono predisposti dei progetti triennali che fissano le destinazioni, i campi di azione e le risorse economiche necessarie. L’OFS nazionale si fa carico dell’intero progetto con l’aiuto delle fraternità locali e regionali. Le famiglie che sono partite in missione fanno una scelta veramente  radicale. Qualcuno si è messo in aspettativa ma altri hanno dovuto lasciare il posto di lavoro. La CEI assicura il versamento dei contributi ai fini pensionasti e garantisce l’assistenza sanitaria per tutto il periodo. Per la scuola non abbiamo avuto grossi problemi perché molti figli erano in età prescolastica, qualcuno si è inserito in scuole private. I progetti missionari prevedono un sostegno economico ai rientrati fino alla ripresa del lavoro ma, in realtà, grazie alla Divina Provvidenza i missionari rientrati hanno trovato immediatamente lavoro.

Il CeMiOFS costituisce un cammino formativo, una possibilità di fare esperienze, per dare ad ogni sorella e ad ogni fratello la coscienza di essere chiamato e la volontà di rispondere a questa chiamata: “eccomi Signore, sono come tu mi vuoi”.




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