Regaliamoci una Bibbia

Intervista a mons. Vincenzo Paglia

Il Sinodo dei vescovi sulla Parola è stato preparato dall’indagine: “La lettura delle Scritture in alcuni Paesi” (Stati Uniti d’America, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Spagna, Francia, Italia, Polonia, Russia)”, condotta da GFK – Eurisko e patrocinata dalla Federazione Biblica Cattolica. I dati emersi sono molto interessanti e mostrano anche la situazione italiana, rispetto agli altri paesi. Ne abbiamo parlato con Mons. Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, Presidente della Federazione Biblica Cattolica, membro del Sinodo dei Vescovi.

Eccellenza, l’indagine condotta rivela che la maggior parte degli intervistati è d’accordo nel ritenere la Bibbia un testo indispensabile e capace di presentare valori alti, ma difficili da realizzare e mettere in pratica. Qual è la sfida secondo lei?

La sfida consiste nell’impegnarci tutti, l’intera Chiesa, dal Papa fino all’ultimo fedele, a comprendere e a spiegare la Bibbia a chi non la conosce. Direi che tutti siamo chiamati a spiegare a tutti la ricchezza straordinaria della Bibbia. Si tratta di spiegare alla gente questa lettera d’amore che Dio ha scritto per ogni uomo.

In Italia qual è la situazione rispetto agli altri paesi?

Direi che la situazione rispetto ad alcuni paesi come la Francia, l’Olanda e la Spagna è migliore (vedi box). Mentre rispetto agli Stati Uniti stiamo un po’ indietro, e in ogni caso la gran parte della popolazione italiana ritiene ad esempio che la Bibbia deve essere insegnata nelle scuole, e in quasi tutte le case c’è la Bibbia, però pochissimi sono coloro che la leggono e molto meno ancora sono quelli che pregano con essa. La Bibbia deve diventare il libro della preghiera di ogni cristiano.

Dalle proposizioni del Sinodo emerge questa esigenza, ma in che modo la Parola può essere promossa in famiglia, e come la famiglia può essere aiutata ad accostarsi  alla Parola?

Questa è stata una delle grandi preoccupazioni del Sinodo. È per questo che nella Proposizione n.20 si parla del rapporto della Parola con la famiglia e si esorta la famiglia a leggere la Bibbia e si esortano i parroci e i vescovi a fornire gli strumenti per questa lettura. In questo senso io credo che si apre davanti a noi una nuova stagione,  si tratta di avviare una vera e propria devozione alle Sacre Scritture. Faccio un esempio: perché non esortiamo le persone a regalarsi la Bibbia? Perché i genitori non regalano la Bibbia ai propri figli? Perché ai matrimoni, alle cresime, ai battesimi non si prende in considerazione l’idea di regalare la Bibbia?

A suo avviso, ci sono in Italia testi che aiutano la famiglia a comprendere la Scrittura e a leggerla dalla loro prospettiva?

Le dirò che io come vescovo ho ritenuto mio dovere prioritario quello di offrire uno strumento per leggere la Scrittura in famiglia. Ho preparato un sussidio dove c’è il brano del Vangelo di ogni giorno, dieci righe di spiegazione di lettura spirituale, qualche indicazione pratica e l’ho consegnato a tutte le famiglie. So, e questo mi fa molto piacere, che alcune famiglie prima della cena aprono questo piccolo libro, leggono il vangelo e il commento e poi si fanno il segno della croce.

È un’iniziativa che ha ritenuto di poter offrire in vista del Sinodo?

Sì, l’ho pensata come preparazione e risposta a questa straordinaria esperienza spirituale che è stata il Sinodo.

Un’altro dato che emerge sia dall’indagine che dal Sinodo, è il rapporto tra Bibbia ed Eucarestia, in modo particolare la celebrazione domenicale è riconosciuta come luogo privilegiato in cui ascoltare la Parola. Ma le omelie parlano alla famiglia?

Beh, lei mette il dito nella piaga. Un grande scrittore, Carlo Bo ha scritto un libro dal titolo molto significativo “La predica tormento dei fedeli”. Ancora Giuseppe De Luca, a proposito delle omelie, quando scriveva ai preti e ai parroci con entusiasmo particolare, diceva che “l’omelia del parroco è la sua  lettera d’amore ai suoi parrocchiani”. Ecco, perché io penso che tutti noi sacerdoti dobbiamo tenere in gran conto questo momento che è praticamente l’unico per la stragrande maggioranza dei cattolici che li mette in contatto con la Parola di Dio. Ecco, perché la messa della domenica deve essere preparata con grande cura, e chi predica deve capire di dover  toccare il cuore di chi ascolta, perché la Bibbia non è un libro di storia o di letteratura, ma le Sacre Scritture sono un luogo dove si può incontrare Dio e capire ciò che Dio vuole dire alla nostra vita. Il Papa Benedetto XVI ci dà un esempio, infatti le sue omelie sono straordinarie da questo punto di vista.

D’altro canto c’è un’altra prospettiva da cui guardare il rapporto tra Scrittura e famiglia, cioè la stessa famiglia può diventare nella società vangelo vivo.

Con i padri sinodali è emerso fortemente questo aspetto, cioè la famiglia attraverso l’ascolto delle Scritture deve diventare essa stessa scrittura vissuta, vangelo vissuto e questo è assolutamente indispensabile per la missione. Ecco perché i genitori devono trasmettere ai loro figli il vangelo e insieme devono viverlo e testimoniarlo nel vissuto concreto, nella società. Quindi dalla casa alla strada, dalla casa all’ufficio, nei luoghi di incontro, nei luoghi di lavoro, ecco perché si tratta di uno straordinario impegno che coinvolge le famiglie in prima persona.




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