Secondo la legge 184/83, l’affido può essere disposto dal Servizio Sociale locale o dal Tribunale per i minorenni; nel primo caso si parla di affido amministrativo, nel secondo di affido giudiziario. Le due tipologie differiscono notevolmente in merito alla durata, che è di massimo 24 mesi per gli affidi amministrativi e senza limiti per quelli giudiziari. Altra discriminante è la presenza o meno di un pregiudizio nei confronti del minore, nel senso che, ove questo ricorra, l’affido deve necessariamente essere disposto dal tribunale per i minorenni, anche se di durata inferiore al limite dei due anni. Infine, mentre i servizi sociali possono operare solo in presenza di tale consenso, il Tribunale può disporre l’affido anche contro il parere dei genitori: è il caso del c.d. affido coatto.L’ordinamento giuridico prevede due ulteriori tipologie di affidi.  Si tratta degli affidi disposti dal Tribunale Ordinario, nelle cause di separazione e di divorzio in cui vi sia << temporanea impossibilità di affidare il minore ad uno dei genitori >> (legge 898/70, art. 6, comma 8) e degli affidi disposti dal Giudice Tutelare ai sensi del 1° comma dell’art. 371 del codice civile. Vi sono infine i c.d. affidi privati, cioè quelli decisi dai genitori o dall’esercente la potestà genitoriale, consistenti nell’affidamento dei minori a parenti entro il IV° grado o ad estranei (in quest’ultimo caso per periodi inferiori ai sei mesi).