Più famiglia? Mettiamoci una firma!

di Giovanna Pauciulo

Il popolo del Familiy Day fa risentire la propria voce attraverso la petizione “un Fisco a misura di famiglia”. Ne parliamo con Marco Lora, direttore del Forum delle Associazioni Familiari.

Oltre un milione di firme. Centinaia di scatoloni con i moduli della raccolta delle adesioni alla petizione per un Fisco a misura di famiglia, promossa dal Forum delle Associazioni Familiari,  sono stati  consegnati nelle mani del Presidente della Repubblica il 15 maggio c.a., Giornata Internazionale della Famiglia. Il popolo del Family Day, un anno dopo, è stato nuovamente in piazza, più numeroso, più convinto e più determinato a continuare ciò che è iniziato con la kermesse dello scorso anno. Il Forum nazionale, i Forum regionali, gli Uffici di Pastorale Familiare delle diocesi d’Italia, ma anche le 210 associazioni  che, a tutti i livelli, hanno fatto propria la proposta, sono stati impegnati per cinque mesi, raggiungendo un risultato più che soddisfacente. Intervistato per questa rivista, il Dott. Marco Lora,  direttore del Forum delle Associazioni Familiari,  ha così ricordato le tappe di questo impegno.

La petizione, Un fisco a misura di famiglia,  è giunta ormai alle ultime battute. Cinque mesi di impegno, qual è il suo giudizio complessivo?

Il giudizio è estremamente positivo, per la grande mole di lavoro svolto, la capacità di fare rete che le Associazioni, i Movimenti, le realtà culturali, varie realtà sociali, le nuove realtà ecclesiali, i Forum regionali e locali delle Associazioni familiari hanno saputo mettere in campo. “Fare rete” non è un concetto astratto, ma il lavoro svolto a stretto contatto da persone che condividono la stessa attenzione e la stessa passione per la famiglia. Anzi, fare rete è la partecipazione delle famiglie da protagoniste. È il capitale sociale di prossimità, sul quale ormai è chiaro che si fonda una vera comunità sociale. Un antidoto alla cultura dell’indifferenza e del relativismo, anche etico.

Ad un anno dal Family Day, dopo cinque mesi di raccolta firme, dopo le 1400 piazze del 2 marzo e le 6000 scuole del 5 aprile,  il popolo della famiglia si è nuovamente ritrovato in questa iniziativa?

Il popolo della famiglia ha trovato non solo un punto di riscontro, ma con la raccolta firme esprime la propria capacità di proporre contenuti precisi, validi, al punto tale da diventare veramente un tema che entra a pieno titolo nell’agenda del Parlamento e del Governo italiano. Dobbiamo però ricordare che il Family Day dura un giorno, la Giornata Internazionale della Famiglia dura un giorno, l’impegno delle famiglie avviene tutti i giorni.

Qualcuno ha stimato che sono state stampate decine di migliaia di schede per la raccolta, è così?

Certamente si tratta di numeri significativi, perché per raccogliere tutte queste firme serve proprio lo spazio fisico. Molte associazioni hanno riprodotto in proprio i moduli, altre hanno inserito nella propria stampa associativa articoli esplicativi, la scheda raccolta firme, i dati per comprendere il significato della petizione. Nel raccogliere le schede firmate di ritorno si resta sorpresi dalla molteplicità dei canali attivati.

Chi ha aderito alla raccolta firme?

Tutti, in tutta Italia. Ma un certo tipo di risposta non è la firma, quanto le delibere di pubbliche istituzioni come Province e Comuni, che hanno aderito ai contenuti della petizione, trasformando la richiesta in fatti amministrativi. In queste località il risultato corrisponde ai contenuti reali delle richieste delle famiglie.

Dalle notizie ricavabili dal vostro sito sembra che un po’ tutte le regioni di Italia hanno contribuito alla petizione, ci sono state tante iniziative culturali, di riflessione e approfondimento, se dovessimo fare una mappatura regionale?

Le Associazioni, i movimenti, anche le varie realtà ecclesiali e i numerosissimi laici impegnati nelle parrocchie, si sono mossi in misura diversa. Ciò che emerge chiaramente è che quando si parla di famiglia, e il popolo in Italia sa di cosa si parla, non ci sono confini, né territoriali, né ideologici.

Vi sono state difficoltà, impedimenti nello svolgimento di questa raccolta firme?

Sì, si possono rilevare con precisione tre difficoltà. La prima è la comprensione di una tematica fiscale, che ha bisogno di alcuni chiarimenti, anche senza entrare nel dettaglio tecnico. Quindi la firma è motivata e consapevole, ma richiede un tempo di comprensione. Il secondo ostacolo, impossibile a prevedersi quando il Forum ha lanciato la petizione, è stato l’aprirsi della campagna elettorale. Molti hanno rifiutato di firmare fraintendendo il significato della petizione, e ritenendolo un approccio partitico. La terza non è una “difficoltà”, ma un rallentamento. Il Forum ha voluto assicurare la certezza delle firme raccolte, per cui abbiamo chiesto gli estremi del documento. Come tutti sappiamo, a nessuno piace restare in fila, e questo ha finito per costituire una difficoltà oggettiva.

La Petizione ha avuto tra i firmatari leader politici tra cui Savino Pezzotta, portavoce lo scorso anno al Family Day,  Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa, Gianfranco Fini, Roberto Maroni, Marcello Pera, Giuliano Ferrara, Daniela Santanchè… In alcune piazze di Italia, nel periodo delle amministrative 2008, insieme ai palchi dei comizi elettorali vi era anche il banco per la raccolta firme. La coincidenza con l’elezioni politiche ha in qualche modo influenzato la raccolta firme?

In parte abbiamo risposto. C’è da aggiungere che ci sono stati anche firmatari del Centro-Sinistra, che hanno firmato in momenti diversi rispetto al comunicato che cita Lei. Qualcuno ha quindi pensato che la petizione appartenesse all’una o all’altra parte. Ma la famiglia viene prima dei partiti, dei politici, degli schieramenti, anche della stessa Costituzione.

Quale è stato l’atteggiamento dei media, hanno seguito l’impegno di questi mesi?

Abbiamo riscontrato tre atteggiamenti. Alcuni, poiché il Forum non è eretico, né batte i pugni sul tavolo, hanno adottato una “cortese indifferenza”. Un secondo gruppo, sia la stampa che radio e televisione, hanno notato che il Forum traduce il Family Day dello scorso anno in fatti sociali e politici, e ci hanno seguito in questo percorso. Un terzo gruppo ha fatto campagna con noi, dando visibilità al bene delle famiglie. Cercando di comprendere i termini nuovi di “politiche familiari”, di “politiche fiscali per la famiglia”. Questi hanno creato un nuovo linguaggio, attento alla famiglia, non tentando di dare una rappresentazione pregiudiziale di essa.

L’impegno e il lavoro di questi mesi  si è concluso, ma come è accaduto per lo scorso anno, la celebrazione dell’evento conclusivo in realtà segna l’inizio di un nuovo e più incisivo impegno. Quali sono i prossimi passi del Forum?

Abbiamo un nuovo Parlamento e un nuovo Governo. L’attività legislativa e l’attività di governo dell’Italia spettano loro. Il Forum ha chiesto politiche familiari, rappresentando l’interesse non di una parte del Paese, ma nella consapevolezza che ciò che è bene per la famiglia è bene per l’intero Paese. Il Forum quindi eserciterà una funzione di continua sorveglianza che le richieste non vengano ibernate. In secondo luogo l’attività del Forum comprende il vasto campo delle politiche familiari, da distinguersi sia da quelle genericamente sociali o di solidarietà, sia da quelle di cura delle varie povertà. In questo le attenzioni che le molteplici associazioni del Forum propongono trovano un loro ordine e una loro rappresentazione nelle istanze del Forum.

Ancora, la rete nata dalla raccolta firme ha fatto nascere molti nuovi Forum provinciali, e ha consolidato i legami tra i membri dei Forum regionali. L’attività a livello locale rappresenta un settore di nuove politiche che deve essere attentamente seguito.

C’è infine quella che chiamo “l’aria di Bruxelles”, una aria anti-familiare che tenta di stravolgere l’istituto familiare minandone identità e natura nel congegnare normative destrutturanti la famiglia, ma per ciò stesso destabilizzanti la nostra società. Il Forum, proprio come modello di rete tra Associazioni, svolge un suo ruolo anche nei confronti di chi guarda con attenzione all’Europa.

Voglio concludere con un grazie a quanti hanno firmato, e a quanti hanno messo il loro tempo e la loro disponibilità per la raccolta firme. È da questo lavoro che nasce una speranza concreta di agire per il bene delle famiglie, dei nostri figli… per far nascere più figli.




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