diocesi

Annunciare il disegno di dio sulla coppia e sulla famiglia

Tursi Lagonegro

(© Dasha Petrenko - Shutterstock.com)

di Ida Giangrande

Intervista A S.E. Mons. Francesco Nolè, vescovo di Tursi-Lagonegro.

In relazione ai lavori di preparazione della prossima Assemblea sinodale (Vaticano, 5-19 ottobre 2014) dedicata alle “sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, quali sono state, nella sua diocesi, le reazioni riguardo al questionario inviato e quali le iniziative previste in vista del Sinodo? 

Ho inviato il questionario a tutti i sacerdoti della Diocesi, alle associazioni e a tutti i movimenti che hanno a cuore la famiglia. È stata una sorpresa per tutti constatare quanto il Papa ha desiderio di coinvolgere tutta la Chiesa per dialogare sul tema della famiglia. Il questionario è stato fatto oggetto di discussione nei consigli pastorali di alcune parrocchie dove i sacerdoti hanno ritenuto opportuno discuterne negli incontri delle zone pastorali. Non nascondo che alcuni sacerdoti hanno trovato un po’ di difficoltà nel rispondere ad alcune domande. Per quanto riguarda il Sinodo, non si è pensato ancora a delle iniziative particolari, si lascerà all’iniziativa delle singole associazioni e dei movimenti familiari, l’opportunità di organizzare momenti di riflessione o di preghiera.

Come la Chiesa si approccia al dibattito sulla famiglia? 
Purtroppo il dibattito attorno alla famiglia si è concentrato particolarmente sul piano della disciplina ecclesiastica riguardante le unioni irregolari: divorziati risposati, conviventi, unioni di fatto, ecc. Rimanendo in questo ambito si è tralasciata la pastorale della famiglia incentrata sulla formazione dei giovani all’affettività, sulla preparazione alla vita familiare che scaturisce dalla celebrazione del sacramento del matrimonio, sull’accompagnamento dei giovani sposi nei primi anni di matrimonio. La discussione giuridica ha dunque prevalso sulla pastorale della famiglia. In diocesi, da molti anni, si portano avanti cammini di fede per i fidanzati, accompagnamento e sostegno alle giovani coppie, percorsi spirituali per famiglie. Purtroppo l’ambito in cui si fa più fatica è quello riguardante la formazione degli animatori di pastorale familiare. Si investe più sull’emergenza e sulla cura che sull’annuncio del disegno di Dio sulla coppia e sulla famiglia così come ci viene offerto dalla lettura della Sacra Scrittura.

Le famiglie della diocesi come affrontano le eventuali crisi e le difficoltà? 
Il territorio della nostra diocesi è rimasto, per un lungo periodo, un’isola felice per quanto riguarda il tema della famiglia perché ancorato ai valori tradizionali. Ora invece cominciano ad affiorare nuovi stili di vita, più vicini al concetto moderno di famiglia: la convivenza prima del matrimonio, le separazioni e i divorzi, i matrimoni solo civili. I sacerdoti sono spiazzati di fronte a queste sfide, manca un’accurata formazione pastorale sulla famiglia.

Come è organizzata, a tal proposito, la pastorale familiare nella sua Diocesi? 
Nella diocesi ho riscontrato una particolare attenzione alla famiglia. L’Ufficio di Pastorale Familiare è nato nel 1982 e ha potuto contare sempre su famiglie generose che si sono dedicate al servizio dei bisogni delle coppie. Ogni anno si organizzano giornate dedicate alla formazione delle giovani coppie ed a percorsi di spiritualità. In diocesi inoltre sono presenti il Consultorio Familiare di ispirazione cristiana “Spazio Famiglia” e un “Centro di Aiuto alla Vita” che lavorano con competenza ed assiduità. L’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare si incontra trimestralmente e programma iniziative sul tema della famiglia.

Cosa desidera per le famiglie nella sua Diocesi? 
Come diocesi ci prefiggiamo alcuni obiettivi, tra i quali: la formazione degli operatori della pastorale della famiglia; l’elaborazione di direttive comuni per la preparazione dei fidanzati alla vita coniugale e familiare; la realizzazione di cammini di spiritualità familiare attorno alla Sacra Scrittura.

Il 27 aprile è stato canonizzato Giovanni Paolo II, tra i tanti appellativi noi lo vogliamo ricordare in modo particolare come il “Papa della Famiglia”. Qual è il suo personale ricordo? 
Il ricordo di Giovanni Paolo II non può essere ridotto a poche righe. Mi rimangono, nel cuore e nella mente, l’amore e la tenerezza con cui ha scritto e ha predicato sul tema della famiglia, il suo è stato il più alto magistero su questo tema. Dobbiamo a lui la svolta operata dalla Chiesa in favore della famiglia, un magistero, oggi, ancora non pienamente recepito e studiato. Il ricordo personale più bello che conservo di lui sono le Giornate Mondiali della Famiglia, nel corso delle quali ha saputo riportare all’attenzione degli organismi mondiali il tema della famiglia ed a favorire la creazione di leggi e provvedimenti atti a far diventare la famiglia il cuore dell’umanità.




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