TEORIA GENDER

“Ho cambiato sesso a sedici anni, ma mi sono pentita”: un libro svela le bugie sul transgenderismo infantile

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Suggeriamo oggi un libro che mette in guardia dai processi di transizione in adolescenti e bambini con presunta o reale disforia di genere. Il libro contiene riflessioni di accademici, psichiatri e genitori, nonché numerose testimonianze di giovani adulti che, tornando indietro, non rifarebbero la scelta di cambiare il proprio sesso biologico, tantomeno da piccoli…

Non tutti forse conoscono la storia di Keira Bell, la giovane donna britannica che alla tenera età di 16 iniziò il percorso di transizione per diventare un ragazzo e poi si pentì della sua scelta. 

Keira accusò la clinica di Londra presso la quale aveva iniziato il trattamento per non aver indagato in profondità le cause della sua richiesta. Era solo un’adolescente, dice, quando cominciò a manifestare il disagio e oggi si batte perché i giovani siano prima di tutto ascoltati e compresi, non subito assecondati.

Il caso ha sollevato – e può sollevare ancora – molte domande: è in grado un adolescente di dare pieno consenso su scelte definitive di questo calibro? Perché le terapie ormonali, in alcuni paesi (come Olanda, Stati Uniti, Inghilterra) vengono iniziate con estrema facilità e rapidità? 

Per approfondire questo complesso argomento, vorremmo suggerire un libro che affronta proprio il tema della disforia di genere in adolescenti e bambiniInventing transgender children and young people, edito nel novembre 2019 dal Cambridge Scholars Publishing e curato da Heather Brunskell-Evans e Michele Moore.

Il volume contiene saggi e riflessioni di accademici, psichiatri e genitori, nonché numerose testimonianze di giovani adulti che, tornando indietro, non rifarebbero la scelta di cambiare il proprio sesso biologico e chiedono più attenzione sulle cause della richiesta d’aiuto.

Le pratiche di transizione iniziano con la somministrazione di farmaci per bloccare la pubertà, in attesa che il soggetto “decida a quale genere appartenere”.

Leggi anche: Il progetto di Dio, Papa Francesco e la teoria gender (puntofamiglia.net)

Questo, per esempio, accade frequentemente in Inghilterra, a Londra, con il benestare e il contributo della sanità pubblica, presso il Tavistock Centre, la clinica preposta al trattamento della disforia di genere anche in età pediatrica, dove molti bambini sono accompagnati verso un viaggio senza ritorno, prima che abbiano raggiunto la maturità per decidere su qualsiasi aspetto che riguardi il loro futuro, figurarsi sulla scelta di appartenere al sesso opposto rispetto a quello della nascita.

Tra l’altro – sostengono gli autori del libro – non è mai stato dimostrato che il transgenderismo sia una “realtà biologica” e, pertanto, spesso si compiono interventi irreversibili seguendo quella che, attualmente, è solo una teoria, un’ipotesi. Gli autori affermano che l’idea del transgenderismo come un “fenomeno presociale” non è – allo stato attuale – un fatto che abbia evidenze scientifiche.

Il testo è poi critico verso il concetto di affermazione positiva, ovvero l’accettazione indiscussa del desiderio, manifestato dai bambini, di appartenere al genere diverso da quello biologico. Frutto di questa totale – talvolta acritica – accettazione, è il consiglio che viene dato ai genitori: assecondare l’idea del bambino, considerata più reale della sua conformazione fisica. L’affermazione positiva viene spesso accompagnata da una ‘transizione sociale’: (nuovo nome, pronomi che si riferiscono al sesso opposto, cambio di vestiti).

Eppure, delle voci dissidenti rispetto a questa visione ci sono.

Scopo del testo è far uscire da una sorta di “spirale del silenzio” coloro che sono critici rispetto a quella che sembra l’unica via da seguire, quella più illuminata e progressista. Tanti hanno delle perplessità, soprattutto dal punto di vista medico-scientifico, eppure, essere contrari alla transizione significa in certi ambienti essere tacciati di oscurantismo e bigottismo.

Certamente la disforia di genere esiste, come esiste il disagio che consegue dal sentirsi “nel corpo sbagliato”; eppure è sul modo di accompagnare e di “curare” che il dibattito è tutt’altro che concluso.

Proponiamo questo libro perché possiate riflettere. Il rischio, infatti, se non si studia, è quello di prendere per vero e per buono tutto ciò che i media propongono. 

Invece, non è oro tutto ciò che luccica, non è progresso tutto ciò che è presentato come tale.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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