5 Aprile 2024

Chi salverà Zoraya? L’ipocrisia del pensiero eutanasico

La notizia è riportata dall’agenzia The Free Press: una donna olandese di 28 anni di nome Zoraya Ter Beek si sottoporrà all’eutanasia agli inizi di maggio perché è depressa, è “stanca di vivere” ha dichiarato. I medici le hanno riferito che dovrà per tutta la vita convivere con questa forma di depressione e di disturbo della personalità e lei non ci sta. Ha un fidanzato che la ama ma che purtroppo ha accettato anche la sua terribile decisione.

Ecco gli scenari che si delineano davanti ai nostri occhi nei Paesi dove l’eutanasia è legale: un giorno prestabilito il medico andrà a casa, Zoraya gli offrirà un caffè, poi lui gli somministrerà un sonnifero seguito da farmaci per fermarle il cuore. Il suo ragazzo sarà al suo fianco fino a che la ragazza morirà. Zoraya poi ha chiesto nessun rito funebre, verrà cremata e le sue ceneri saranno sparse in un luogo designato nella foresta.

Comprendiamo che questo non ha nulla a che vedere con le battaglie che si fanno sui malati terminali che chiedono di essere liberati dalle sofferenze fisiche? Chi decide che una sofferenza interiore, mentale sia meno o più forte di una fisica? Nessuno. È per questo che si permette l’una e l’altra in modo così arbitrario e indiscriminato.  

I Paesi Bassi hanno legalizzato l’eutanasia nel 2001. Da allora, il numero di morti per eutanasia è aumentato costantemente. Nel 2022, ha rappresentato il 5% di tutti i decessi nel Paese. Siamo davanti ad una grande ipocrisia, cioè stiamo tranquillamente legalizzando il suicidio. In nome di che cosa? Della libertà di decidere che cosa fare della propria vita. Una libertà non liberante ma frutto solo dell’indifferenza generale, di un falso pietismo, di uno stucchevole perbenismo.

Zoraya, potresti essermi figlia. Io pregherò per te ogni giorno e spero che tanti lo faranno insieme a me. Liberati sì ma da questa idea che la morte è l’unica soluzione. La vita è dura, hai ragione. La depressione è un mostro che ti divora l’anima. Ti lascia senza forze. È spietata, è crudele. Ho visto persone amiche piegate da questo male subdolo e insidioso. Dovrai portare un peso grande ma non sei da sola, sei amata, sei una creatura splendida, sei unica. Al mondo non ci sono altre persone come te. Sei irripetibile. Se te ne vai si spegne una luce a questo mondo. Se resti, tutto si illumina di una nuova speranza. Non mollare.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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