In punta di piedi oggi ci mettiamo alla scuola di Maria, entriamo nell’intimità del suo cuore per deliziarci delle sue virtù e dei doni di cui il Signore l’ha ricolmata. Lo facciamo facendoci aiutare dall’evangelista Luca. Più e meglio degli altri Luca si rivela un abile e attento giornalista moderno che ha saputo comunicarci la sua stessa commozione nel descrivere i fatti che riguardano Maria. D’altronde egli è stato un attento indagatore dell’animo femminile. Tra le pagine del suo Vangelo ritroviamo molte donne e il caro medico come lo definisce Paolo, descrive tutto con una delicatezza e una sensibilità non indifferente. Molti studiosi concordano che probabilmente i fatti che Luca descrive nei primi due capitoli del suo Vangelo siano stati trasmessi dalla stessa Vergine ed è per questo che i racconti sono così immediati, intimi, delicati. Luca ci conduce ancora nell’umile casa di Nazareth e ci fa entrare non solo nella stanza dell’Annunciazione ma nel cuore di Maria. Dopo aver ricevuto l’annuncio dell’angelo Maria: “A quelle parole rimase turbata e si domandava che senso avesse un saluto come quello” (Lc 1,29).

Il turbamento di Maria non è dovuto dunque tanto all’apparizione dell’angelo, quanto alle sue parole. Ella viveva all’ombra dell’Altissimo, come la sentinella che attende l’aurora eppure quelle parole la turbano. Desidera amare e servire Dio con tutto il suo cuore eppure nella sua umiltà si domanda perché l’angelo la definisca la piena di grazia. Maria è una donna intelligente, il suo turbamento lo rivela in modo inequivocabile. Successivamente nel canto del Magnificat, Ella darà un’interpretazione di questo turbamento quando dirà o meglio canterà che Dio l’aveva scelta non per merito suo ma per la grande misericordia dell’Onnipotente. Egli aveva scelto l’umile sua serva e attraverso di lei aveva mostrato la potenza del suo braccio. Evidentemente Maria in quel momento non solo viene ricolmata nel ventre dallo Spirito ma anche il suo cuore, la sua mente è posseduta dalla potenza dello Spirito che l’avvolge e dissolve il suo turbamento.

Spesso mi sono chiesta se in quel momento Maria avesse sperimentato la solitudine e l’abisso di chi si sente solo davanti a qualcosa di molto più grande e più imprevisto di ogni ragionamento umano. Certamente avrà sentito le vertigini rispetto ad un progetto così grande. Anche noi spesso sperimentiamo che la terra ci manca sotto i piedi quando è Dio a chiederci qualcosa. A cambiare rotta, abitudini, modo di pensare, a rivoluzionare i sogni, a chiederci di seguirlo senza sapere dove e come ci condurrà. Come Maria dobbiamo saper vivere e affrontare questo turbamento lasciandoci attraversare e ricolmare dello Spirito. Fare un atto di fiducia e di intelligenza come scrive santa Teresa di Gesù Bambino, in una lettera indirizzata alla sorella Maria del Sacro Cuore: “Ciò che piace a Lui, cioè a Gesù, è di vedermi amare la mia piccolezza e la mia povertà, è la cieca speranza che ho nella sua misericordia!”. Ecco il mio solo tesoro e può diventare anche il nostro. La ricerca fiduciosa della volontà di Dio.